venerdì 7 marzo 2014

UNIVERSITÀ TEMPO PER MIGLIORARE: Il cammino del nostro ateneo

L’Università è un periodo unico e totalmente diverso da ciò che lo precede e ciò che lo segue: possiamo dire che sia una piccola vita separata. Studiare è un valore in sé: investire sulla formazione, sulla cultura, sulla ricerca, sull’istruzione, è una priorità per noi stessi e per il nostro Paese, soprattutto se si crede e si spera in un futuro sempre migliore.
Oggi viviamo una situazione difficile dal punto di vista economico, politico, sociale. Le parole “rischio”, “precariato”, “incertezza” sono le più diffuse: gli ultimi dati sui tassi di disoccupazione, in particolare nei giovani, mostrano come sia difficile poter immaginare un progetto di vita e di lavoro, e lo stesso vale per chi decide di investire e programmare il suo futuro studiando.

La scelta dell’Università è per tutti un crocevia, un passaggio fondamentale. È stato questo passaggio fondamentale della vita di molti che ha fatto di Urbino quel luogo speciale e ideale dove poter crescere e costruire il nostro futuro.
L’Università di Urbino è una delle più importanti e antiche d’Italia. Nasce nel 1506, e nell’anno del quinto centenario, nel 2006 inizia, il suo processo di statalizzazione, conclusosi nel Novembre 2012. La sua storia recente è strettamente correlata a Carlo Bo, critico letterario e Rettore di questo ateneo dal 1947 al 2001: non a caso, dal 2003, l’università porta il suo nome.
Nonostante tutte le difficoltà che incombono sull’ateneo, e sulle nostre famiglie alle prese con una crisi economica e sociale che si fa sempre più dilagante, il numero degli immatricolati è cresciuto: sicuramente non si è ancora tornati ai tempi d’oro, però, questo piccolo trend positivo, non può far altro che ben sperare per il futuro. 
Questo piccolo centro dell’Italia centrale, patria del Rinascimento, alle prese con mille difficoltà, è sempre vivo nello spirito: punto di forza è la sua grande capacità di accoglienza, che fa sì che nascano e crescano legami strettissimi fra le persone: il rapporto quasi familiare fra docenti e studenti, la tranquillità e la serenità della cittadina, sono alcuni dei motivi che portano tanti giovani a preferire questa cittadina ad altri grandi atenei. Si aggiungono, inoltre, l’elevata qualità della formazione; un diritto allo studio che, in qualche modo, nonostante le mille difficoltà figlie dei tagli regionali e nazionali al Diritto allo studio universitario, regge ancora; la vocazione della città campus (anche se siamo ancora lontani dall’essere un vero e proprio campus) e la presenza dei più grandi collegi universitari d’Italia. Questi, purtroppo, oggi vivono una situazione un po’ fatiscente, ma sembra essere vicina la soluzione con l’inizio dei lavori di ristrutturazione, sia dei collegi di proprietà della Regione (Collegio Tridente), sia degli altri collegi di proprietà dell’Ateneo, grazia all’accordo raggiunto, sotto la spinta degli studenti, tra ERSU e Università. Finalmente è stata anche garantita loro una totale copertura wi-fi, obiettivo adesso proiettato anche sul centro della cittadina. È in fase di avvio la sperimentazione di rapporti di collaborazione degli studenti in attività lavorative quali mense universitarie, lavori di piccola manutenzione all’interno dei collegi, altre forme di collaborazione, segnali che esiste una realtà positiva e propositiva nell’Ateneo.
Purtroppo, però, questo nuovo Anno Accademico, è iniziato con il cattivo risultato dell’ANVUR  (Agenzia nazionale di valutazione della ricerca universitaria), che per il periodo 2004-2010 ha visto il nostro Ateneo classificarsi ultima fra gli atenei di media dimensione. Questo rischia di portare tagli al FFO (Fondo di finanziamento ordinario), cioè quella parte di contributi che lo Stato fornisce agli atenei. Noi studenti abbiamo chiesto ed ottenuto, per l’anno 2014, che eventuali tagli ministeriali non toccassero ciò che ci riguarda da più vicino cioè i servizi la contribuzione, bensì che toccassero coloro che sono stati gli artefici di questo cattivo risultato, ossia quei docenti che non hanno effettuato ricerca, o ne hanno fatta poca, nell’arco temporale di riferimento.
L’anno che verrà sarà un anno decisivo per l’ Ateneo, perché toccherà eleggere il nuovo Rettore, il quale resterà in carica fino al 2020. Riteniamo sia doveroso scegliere una persona propositiva, concreta, che viva un forte rapporto con il territorio e sia capace di una prospettiva di sviluppo che abbia come punto di riferimento il bene degli studenti, inserendo l’Ateneo nei processi di internazionalizzazione e creando un filo diretto con le imprese, con il mondo del lavoro.


C.U.S.P.I.D.E

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