L’Università è un periodo unico e totalmente diverso da ciò
che lo precede e ciò che lo segue: possiamo dire che sia una piccola vita
separata. Studiare è un valore in sé: investire sulla formazione,
sulla cultura, sulla ricerca, sull’istruzione, è
una priorità per noi stessi e per il nostro Paese, soprattutto se si crede e si
spera in un futuro sempre migliore.
Oggi viviamo una situazione difficile dal punto di vista economico, politico, sociale. Le parole “rischio”, “precariato”, “incertezza” sono le più diffuse: gli ultimi dati sui tassi di disoccupazione, in particolare nei giovani, mostrano come sia difficile poter immaginare un progetto di vita e di lavoro, e lo stesso vale per chi decide di investire e programmare il suo futuro studiando.
Oggi viviamo una situazione difficile dal punto di vista economico, politico, sociale. Le parole “rischio”, “precariato”, “incertezza” sono le più diffuse: gli ultimi dati sui tassi di disoccupazione, in particolare nei giovani, mostrano come sia difficile poter immaginare un progetto di vita e di lavoro, e lo stesso vale per chi decide di investire e programmare il suo futuro studiando.
La scelta dell’Università è per tutti un crocevia, un passaggio fondamentale. È
stato questo passaggio fondamentale della vita di molti che ha fatto di Urbino quel
luogo speciale e ideale dove poter crescere e costruire il nostro futuro.
L’Università di Urbino è una delle più importanti e
antiche d’Italia. Nasce nel 1506, e nell’anno del quinto centenario, nel 2006
inizia, il suo processo di statalizzazione, conclusosi nel Novembre 2012. La
sua storia recente è strettamente correlata a Carlo Bo,
critico letterario e Rettore di questo ateneo dal 1947 al 2001: non a caso, dal
2003, l’università porta il suo nome.
Nonostante tutte le difficoltà che incombono sull’ateneo, e sulle nostre
famiglie alle prese con una crisi economica e sociale che si fa sempre più
dilagante, il numero degli immatricolati è cresciuto: sicuramente non si è
ancora tornati ai tempi d’oro, però, questo piccolo trend positivo, non può far
altro che ben sperare per il futuro.
Questo piccolo centro dell’Italia centrale, patria del Rinascimento, alle prese
con mille difficoltà, è sempre vivo nello spirito: punto di forza è la sua grande
capacità di accoglienza, che fa sì che nascano e crescano legami strettissimi
fra le persone: il rapporto quasi familiare fra docenti e studenti, la
tranquillità e la serenità della cittadina, sono alcuni dei motivi che portano
tanti giovani a preferire questa cittadina ad altri grandi atenei. Si
aggiungono, inoltre, l’elevata qualità della formazione; un diritto allo studio
che, in qualche modo, nonostante le mille difficoltà figlie dei tagli regionali
e nazionali al Diritto allo studio universitario, regge ancora; la vocazione
della città campus (anche se siamo ancora lontani dall’essere un vero e proprio
campus) e la presenza dei più grandi collegi universitari d’Italia. Questi,
purtroppo, oggi vivono una situazione un po’ fatiscente, ma sembra essere vicina
la soluzione con l’inizio dei lavori di ristrutturazione, sia dei collegi di
proprietà della Regione (Collegio Tridente), sia degli altri collegi di
proprietà dell’Ateneo, grazia all’accordo raggiunto, sotto la spinta degli
studenti, tra ERSU e Università. Finalmente è stata anche garantita loro una
totale copertura wi-fi, obiettivo adesso proiettato anche sul centro della
cittadina. È in fase di avvio la sperimentazione di rapporti di collaborazione
degli studenti in attività lavorative quali mense universitarie, lavori di
piccola manutenzione all’interno dei collegi, altre forme di collaborazione, segnali
che esiste una realtà positiva e propositiva nell’Ateneo.
Purtroppo, però, questo nuovo Anno Accademico, è iniziato con il cattivo
risultato dell’ANVUR (Agenzia nazionale
di valutazione della ricerca universitaria), che per il periodo 2004-2010 ha
visto il nostro Ateneo classificarsi ultima fra gli atenei di media dimensione.
Questo rischia di portare tagli al FFO (Fondo di finanziamento ordinario), cioè
quella parte di contributi che lo Stato fornisce agli atenei. Noi studenti
abbiamo chiesto ed ottenuto, per l’anno 2014, che eventuali tagli ministeriali
non toccassero ciò che ci riguarda da più vicino cioè i servizi la
contribuzione, bensì che toccassero coloro che sono stati gli artefici di
questo cattivo risultato, ossia quei docenti che non hanno effettuato ricerca,
o ne hanno fatta poca, nell’arco temporale di riferimento.
L’anno che verrà sarà un anno decisivo per l’ Ateneo, perché toccherà eleggere
il nuovo Rettore, il quale resterà in carica fino al 2020. Riteniamo sia
doveroso scegliere una persona propositiva, concreta, che viva un forte rapporto
con il territorio e sia capace di una prospettiva di sviluppo che abbia come
punto di riferimento il bene degli studenti, inserendo l’Ateneo nei processi di
internazionalizzazione e creando un filo diretto con le imprese, con il mondo
del lavoro.
C.U.S.P.I.D.E
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