mercoledì 5 marzo 2014

UNIVERSITA' IN TEMPO DI CRISI: volgersi verso l'essenziale

Dal verbo greco krino, che significa “tagliare, separare”, il termine krisis ha ormai assunto nel linguaggio comune un significato distante da quello originario, secondo il quale esso designerebbe un tempo per discernere: per ritagliare, dunque, ciò che è essenziale da ciò che non lo è, quanto realizza i nostri desideri più profondi da quanto, al contrario, ci appesantisce mente e cuore e addirittura ci rallenta. La crisi, nel suo significato originale, costituirebbe non uno spauracchio da temere o un rischio da evitare, ma un’opportunità di saggiare le scelte fondamentali della nostra vita e di maturare nella direzione che a ciascuno di noi è propria. Nel suo discorso all’Università di Cagliari, il Santo Padre Francesco ha ricordato:


“L’Università come luogo del discernimento. E’ importante leggere la realtà, guardandola in faccia. Le letture ideologiche o parziali non servono, alimentano solamente l’illusione e la disillusione. […] L’Università come luogo di “sapienza” ha una funzione molto importante nel formare al discernimento per alimentare la speranza.”

L’università costituisce, cioè, il luogo privilegiato per apprendere quello sguardo critico che ci consente di setacciare la realtà e di riconoscere in essa, per ciascuno di noi, una strada.
Ma come possiamo discernere liberamente, quando veniamo continuamente bombardati da messaggi più o meno esplicitamente ideologici da parte della politica, dell’economia, persino della cultura? Il discernimento dello studente universitario passa anzitutto attraverso l’umiltà dell’ascolto, che significa rendersi accoglienti nei confronti di una parola che possiamo ricevere da qualcun altro – a volte anche molto distante nel tempo, se prendiamo gli autori di cui leggiamo le opere! L’università ci insegna, dunque, che per dare una risposta adeguata ai problemi della nostra epoca non basta fare, ma bisogna anzitutto imparare ad essere: l’università è, cioè, il luogo in cui fermarsi a pensare ed elaborare quelle idee e quei progetti che siano in grado di sorreggere le nostre azioni.
Ricerca e approfondimento, fatica della documentazione e della comprensione costituirebbero un prodotto sterile se si limitassero ad un banale accumulo di cognizioni: per essere sapienti, c’è anzitutto bisogno che la conoscenza abbia sapore! Si tratta di un surplus qualitativo, non quantitativo: esso si acquisisce in quelle relazioni interpersonali che ci consentono di condividere il sapere. Nell’università, ovvero, è possibile ricreare quello spazio di dialogo e di confronto per cui lo studio non è soltanto “un fatto mio”, ma matura e trova respiro attraverso il rapporto con altri. L’università non è nata per studiare da soli, ma in auspicio a una comunità scientifica che  – lungi dal sollevare ciascuno dalle proprie responsabilità personali – chiede lo sforzo di mettere il proprio sapere al servizio, secondo regole di rispetto e di solidarietà. La grande opportunità dello studio universitario è quella di godere di relazioni fraterne, all’interno delle quali crescere nella dimensione spirituale, personale e culturale.
Infine, la sintesi. Gli anni universitari sono quelli in cui siamo chiamati a fare memoria di ciò che siamo stati e a scegliere il futuro che saremo: in corrispondenza di questa saldatura, a noi spetta la fatica di tenere insieme i poli talvolta contraddittori delle nostre storie e dei nostri desideri e individuare attraverso di essi un cammino unitario che dia pace. Il senso delle cose, infatti, non si riduce all’aspetto particolare, ma sta nel modo in cui tanti aspetti sono sapientemente intrecciati: fare sintesi chiama ciascuno a posizionarsi in modo personale e responsabile nella realtà, per abitarla con consapevolezza. L’università, come tempo di discernimento attraverso i momenti dell’ascolto e della ricerca, del confronto, della sintesi si può fare luogo di bellezza e di felicità autentica, non soltanto nonostante la crisi, ma proprio attraverso di essa: da studenti, infatti, sta a noi cogliere questa opportunità per saggiare una scelta di vita e maturare nella direzione che più ci è propria.
Rita Pilotti

Presidente nazionale F.U.C.I.

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