martedì 26 novembre 2013

Vita Bella. Uno sguardo capace di Bellezza.

Giovedì 14 Novembre si è svolto il primo di sei incontri, dedicati al percorso tematico di questo anno del gruppo FUCI di Urbino: “una vita in… 3B: Bella Buona Beata”. Ascoltare, meditare e accogliere: questo è ciò che i fucini hanno sperimentato e continueranno a sperimentare negli appuntamenti del secondo giovedì di ogni mese. Ascoltare parole piene di vita, guidati dalla luce del Vangelo; meditare quanto ascoltato, sperimentando nella condivisione la gioia di camminare insieme; accogliere l’esperienza fatta come proposta di vita quotidiana. Il prof. Marco Cangiotti, Coordinatore della Scuola di Scienze Politiche, ha introdotto i tanti giovani presenti al primo incontro della tappa dedicata alla Vita Bella, dando un’inquadratura esistenziale del tema, e accompagnandoli a riconoscere nella propria esperienza il vero volto della Bellezza. “Che Cos’è per te la Bellezza?”: partendo da questa domanda ciascuno ha sperimentato l’evoluzione della propria risposta, attraverso il percorso, ricco di stimoli e spunti di riflessione, in cui il prof. Cangiotti lo ha condotto. La Bellezza, non si identifica come esperienza esclusiva del mondo della sensibilità, legata all’astratto sentimentalismo, ma piuttosto come un richiamo per la ragione ad aprirsi alla conoscenza. Oltre alla conoscenza che parla della realtà e a cui siamo istruiti, esiste un altro tipo di conoscenza, che passa attraverso l’esperienza e implica un contatto con la realtà: a questo tipo di conoscenza la Bellezza ci introduce colpendoci, per diventare, poi, lo strumento che apre gli occhi dell’uomo alla verità della realtà. Come si fa ad incontrare la Bellezza? Una vera provocazione a cui il prof. Cangiotti non ha fatto mancare risposta: “occorre la capacità di vedere, occorre essere capaci di uno sguardo”. È proprio lo sguardo ciò che permette di oltrepassare i confini tra soggetto e oggetto: il vivere diventa, quindi, un intreccio tra noi e la realtà che ci circonda. Questa è la dinamicità del fare esperienza della Bellezza: un movimento reciproco del soggetto che incontra e dell’oggetto che si avvicina lasciandosi incontrare, un’apertura sulla realtà che conduce alla vera conoscenza. Eppure, la Bellezza, non solo illumina, ma anche nasconde, e qui sta il suo vero miracolo: nel frammento limitato di realtà che lascia trasparire la Bellezza c’è il Tutto, un continuo rimando all’infinito. Si scopre, che oltre quello che si può fruire c’è qualcosa di ulteriore, che si può chiamare Mistero: una sorta di “liturgia del cosmo” che brilla della luce di Colui che l’ha creata. Eppure la bellezza del creato non basta al “lato oscuro del cuore dell’uomo”, perché tante sono le dissonanze che quotidianamente l’uomo sperimenta, a causa della costante presenza del Male che nasconde con un velo la Bellezza. “Dio è consapevole di queste contraddizioni”, dice il prof. Cangiotti, “e per questo ha prodotto una sovrabbondanza di rivelazioni di Bellezza, in ultimo il viaggio del Figlio attraverso la terra”. È proprio il linguaggio della croce che ha fatto assumere all’esperienza del bello un nuovo realismo che include l’accettazione del dolore. Un volto sfigurato è quello di Gesù: “Non ha apparenza né bellezza per attirare i nostri sguardi, non splendore per provare in lui diletto” (Is 53, 2), ma attraverso di esso appare l’estrema Bellezza, quella dell’Amore. La Bellezza, in ultima istanza dunque, si manifesta come l’estremo Amore di Dio che non termina nella croce: la resurrezione è il luogo della bellezza non più corruttibile, che riporta ordine e pace là dove sembra trionfare il caos. Il primo incontro si è concluso dando alla Bellezza il volto concreto della Verità, e lasciando ai giovani presenti il desiderio e la grande sfida di andare a fondo nel cammino intrapreso e di portare nella propria vita l’esperienza fatta.

giovedì 21 novembre 2013

Iniziato l’anno della FUCI: una vita in 3B

Una vita in 3B! Un simpatico gioco di parole, una battuta di spirito…o qualcosa di più?
E’ quello a cui si è cercato di rispondere giovedì sette novembre all’incontro inaugurale del nuovo anno della F.U.C.I., svoltosi nella sede della Federazione, in piazza Rinascimento, in una sala letteralmente riempita da giovani universitari.
A guidare la serata, oltre all’assistente ecclesiastico, don Daniele Brivio, e al collaboratore ecclesiastico, padre Andrea Cannuccia, anche i due nuovi presidenti della F.U.C.I. di Urbino, Federica Tarsi e Andrea Colucci.
Una vita Bella, Buona e Beata: queste le tre parole che saranno da guida e da riferimento per il cammino fucino che si è appena aperto. Il logo rappresenta gli occhiali che si usano al cinema per vedere i film in 3D; potrebbe anche essere un invito a cambiare lenti sulla vita, usando come lenti queste tre parole: bella, buona e beata. Tre parole suggerite da fratel Enzo Bianchi, che sono state recepite e trasformate in un interrogativo a cui cercare di dare risposta, attraverso un percorso articolato in tre diversi periodi in cui considerare singolarmente questi tre impegnativi aggettivi.
Che siano aggettivi impegnativi, è quanto ha ricordato anche il nostro vescovo mons. Giovanni Tani, presenza di famiglia alla F.U.C.I., come testimonia il clima familiare con cui è stato accolto e la semplicità con cui ha partecipato tutto l’incontro. Sua Eccellenza ha sottolineato come oggi aggettivi come bello e buono siano quasi fuori moda, a volte imbarazzanti; e ha anche ricordato come san Tommaso identifichi ciò che è beato con ciò che è vero.
Il cammino proposto si articola in quattro giovedì al mese (4G) durante i quali vivere diverse esperienze: la celebrazione eucaristica con adorazione ed evangelizzazione di strada, gli incontri di carattere teologico-esistenziale, il cineforum e gli incontri su tematiche politico-sociali di attualità. Inoltre, ci sono gli appuntamenti annuali: dai due ritiri di Avvento e Quaresima alla settimana di convivenza.
Tutti modi per sperimentare la bellezza dello stare assieme, la bellezza dell’amicizia e di essere cristiani e studenti che camminano insieme. La F.U.C.I., infatti, come è stato più volte ricordato nel corso della serata, è Università nella Chiesa e Chiesa nell’Università: portare la propria esperienza di giovani e di studenti all’interno della vita da cristiani, ma allo stesso tempo, testimoniare la propria fede nella vita quotidiana di giovani e di studenti universitari.
Una serata intensa, quindi, animata da una bellissima atmosfera di entusiasmo e anche un po’ del “primo giorno di scuola”. E questo entusiasmo si è concretizzato nell’attenzione attenta e nella partecipazione di tutti i presenti, e nella festa che è seguita all’incontro. Infatti l’equipe culinaria della F.U.C.I. ha fornito un piccolo assaggio (in tutti i sensi!) della sua abilità, e poi la musica ha degnamente dato seguito a una serata che è stata sicuramente in 3B.
Arianna Seminara

VI Settimana dell’Università 18 – 24 novembre 2013 - “Internazionalizzazione degli studi, universalità del sapere”

In occasione della “VI Settimana dell’Università” il gruppo F.U.C.I. di Urbino ha organizzato l’evento “FuCinema” con la proiezione del film “Il figlio dell’altra” di Lorraine Lévy, tenuto presso il Cinema Teatro Ducale di Urbino, mercoledì 20 alle ore 21.00 seguito da dibattito e buffet.

Il film si svolge in un luogo simbolo dell’incontro tra culture, la Palestina: durante la visita per il servizio di leva nell'esercito israeliano, Joseph scopre di non essere il figlio biologico dei suoi genitori, poiché appena nato è stato scambiato per errore con Yacine, palestinese dei territori occupati della Cisgiordania. La rivelazione getta lo scompiglio tra le due famiglie, costringendo ognuno a interrogarsi sulle rispettive identità e convinzioni, nonché sul senso dell'ostilità che continua a dividere i due popoli.

“Il figlio dell'altra” è un film di soglie e di confini, che riflette sulla stratificazione complessa dei rancori accumulati dalla Storia.
Il tema dell’integrazione tra popoli e culture diverse oggigiorno è assolutamente di prim’ordine e crediamo che proprio questo intreccio di relazioni sia alla base di uno sviluppo culturale nuovo che, stimolato da una ricchezza multietnica, favorirà il vero cammino per un umanesimo integrale.
È necessario ripartire da ciò che accomuna l’Uomo, cioè la sua humanitas per superare non solo ogni barriera ideologica ma anche la settorializzazione e parcellizzazione dei Saperi che impediscono una lucida analisi della realtà, della Storia e dell’Uomo.

L’Università è e deve lottare per rimanere luogo privilegiato di incontro/scontro relazionale, di dialogo e dibattito, di internazionalizzazione degli studi, di fermento politico-sociale, in cui desideri e futuro possono continuare a coincidere e in cui l’ “Universalità del Sapere” si ponga a fondamento di ogni vero sviluppo culturale volto al vero progresso dell’umanità.

F.U.C.I. Urbino “Pier Giorgio Frassati”
Equipe Cineforum