lunedì 17 marzo 2014

Ritiro di Quaresima 14-15-16 marzo 2014

"C'è il segreto della libertà, quella vera, batte dentro di te. 
E' come risvegliarsi un mattino con il sole, dopo un lungo inverno. 
Nel soffrire mio Signore ho incontrato te Dio Amore.

Voglio ringraziarti Signore per la vita che mi hai ridonato. 
So che sei nell'amore degli amici che ora ho incontrato. 
Nel soffrire mio Signore ho incontrato te Dio Amore. 
Nel perdono nel gioire, ho capito che sei Luce per me.

Signore sono qui per dirti ancora sì, Luce
Fammi scoppiare di gioia di vivere, Luce.
Fammi strumento per portare attorno a me, Luce.
E chi è vicino a me sappia che tutto in te è Luce.

...e con le lacrime agli occhi e le mani alzate verso Te Gesù
Con la speranza nel cuore e la tua luce in me paura non ho più..."

venerdì 14 marzo 2014

NutriMentE ... la Melatonina: il tempo della mente

La melatonina è un ormone rilasciato prevalentemente da una piccola ghiandola presente nel cervello, chiamata ghiandola pineale o epifisi. Questo ormone regola il ritmo giornaliero sonno/veglia dell'organismo, ha un effetto sedativo, e per questo il cervello se ne serve come segnale per informare l'organismo che è necessario riposare. Il rilascio di melatonina viene regolato dalla luce: quando la luce arriva all’occhio, viene trasmesso un segnale alla ghiandola epifisi che blocca il rilascio di melatonina e, di conseguenza, l’organismo si attiva per affrontare il nuovo giorno. Il buio, al contrario, stimola il rilascio di melatonina, che rallenta l’attività del cervello, inducendo l’organismo a riposare. Per mantenere un buon livello di melatonina, e riuscire ad addormentarsi facilmente, è molto importante avere regolarità nel coricarsi e nello svegliarsi, evitare nelle ore serali di esporsi a lungo alla luce elettrica (lampadine, schermi di televisione, computer, ecc...) che, come la luce del sole, induce l'organismo ad attivarsi invece che a rilassarsi. Una carenza di melatonina, o un’alterazione dei suoi livelli giornalieri, possono causare disturbi del sonno, i quali incidono negativamente sull’umore, sulla concentrazione, e sulla vitalità della persona. In natura l’organismo produce la melatonina a partire dall’amminoacido essenziale triptofano e dalla serotonina, importante neurotrasmettitore con effetti antidepressivi. Gli alimenti ricchi di triptofano, che possono aiutare l'organismo ad aumentare i livelli di melatonina sono: carne, pesce, latte e derivati, legumi e cioccolato, che comunque vanno consumati con moderazione per il loro contenuto di grassi relativamente elevato. Nei casi di depressione e sindromi d'ansia, poiché si ha carenza di serotonina, l'organismo non può produrre melatonina e all'individuo diventa quasi impossibile addormentarsi e recuperare l'energia spesa durante il giorno. Per questo, in alcuni casi di alterazioni del ciclo sonno/veglia, può essere utile assumere un integratore a base di melatonina, che si può trovare in qualsiasi erboristeria o farmacia.

Francesco Paci

martedì 11 marzo 2014

IN RICERCA. Universitari sulle orme dei propri progetti

Abbiamo sottoposto a due studentesse le seguenti domande:

1) Come ti chiami? 
2) quanti anni hai? 
3) Cosa studi? 
4) Cosa sogni? 
5)Cosa cerchi realmente? 
6) Pensi che l'università sia uno strumento capace di costruire solo il futuro o anche il presente?

Ecco le loro risposte.

Mi chiamo Alessia, ho quasi 25 anni, e frequento il secondo anno della specialistica in Biologia Sanitaria Molecolare e della Nutrizione. Ho deciso di iscrivermi all'università perché i miei genitori pensavano che laureandomi potessi ambire ad avere un buon futuro. Crescendo ho capito che studiare la biologia mi ha aperto un mondo infinito di possibilità di capire tutti i meccanismi che regolano la vita di ogni individuo, e questo mi affascina moltissimo.
Ammetto di essere una gran sognatrice. Mi affascina la ricerca scientifica, la possibilità di studiare tutti i processi biologici che stanno alla base del meraviglioso funzionamento dell'organismo umano, e di conseguenza la possibilità di trovare vie alternative a quei meccanismi, che a causa di mutazioni o altre patologie, rompono il perfetto ingranaggio, quindi trovarne la 'cura'. Si tratta di sogni che possono essere realizzati, basta porsi le giuste domande, avere ampie conoscenze e tanta pazienza per provare e riprovare, perché, a parer mio, la caratteristica più interessante della scienza è che a tutto si può trovare una spiegazione.
È banale cercare un posto di lavoro sicuro che soddisfi tutte le mie aspirazioni?
Penso di no; piuttosto è realista il pensiero di ambire ad uno stipendio fisso per vivere bene. Sfortunatamente il lavoro di ricercatore scientifico non offre nessuna sicurezza economica, perlomeno in Italia. Ed è triste e scoraggiante sapere che tante persone competenti e preparate sono costrette a lasciare il loro Paese per raggiungere il sogno di lavorare per la scienza.
L'università offre una vasta gamma di strumenti da sfruttare per crescere e maturare in ogni ambito. Ti forma a livello culturale e personale, ti mette in discussione, ti offre soddisfazioni: il vero lavoro di costruzione della propria vita è deputato ad ogni singolo studente universitario e al modo in cui riesce a prendere il meglio da quest'esperienza.

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Mi chiamo Eleonora, ho 20 anni e mezzo, e studio lettere moderne…! Perché studio l’ho capito dopo un bel po’ che riscaldavo i banchi, a metà del liceo classico: per l’uomo; per comprendere chi è l’uomo, come agisce e come reagisce a ciò che gli viene incontro nella vita, che cosa hanno pensato e fatto gli uomini passati in questa vita prima di me; per scoprire che cosa lega gli uomini di ogni tempo, che cosa può cambiare e che cosa rimane immutabile in essi.
Come ogni ventenne che si rispetti, sogno di cambiare il mondo dando il mio contributo originale; sogno di poter corrispondere davvero al sogno di Chi mi ha donato la vita; sogno di diventare donna. Perciò sono alla ricerca di chi è veramente Eleonora, della mia strada, di ciò per cui sono stata chiamata in questo mondo.
L’università in potenza sarebbe uno strumento efficace per costruire il proprio futuro, ma attualmente, per quello che vedo, è un parcheggio, un ambiente un po’ ristretto e sterile. 

La mia breve esperienza universitaria è stata positiva, perché, dopo le difficoltà del liceo, ho incontrato fra i miei compagni di corso ragazzi davvero in gamba con cui poter condividere molto. E’ stato un momento di crescita: ho dovuto affrontare la paura di lasciare casa e imparare ad arrangiarmi, cosa che mi ha responsabilizzata molto. Tuttavia, mi sembra che l’ambiente universitario non valorizzi lo studente in quanto persona che nutre dei sogni e ha degli ideali; sì, magari ci sono delle proposte in più che vanno oltre momenti di lezione, però sono sempre limitate a un’impostazione accademica un po’ chiusa. I professori ti chiedono perché hai scelto questa facoltà e questa città in particolare, ma io non ho mai percepito che uno di loro fosse seriamente interessato ai miei sogni e alle mie domande. I veri momenti di scambio, in cui si partiva magari da ciò che c’è sui libri per incarnarlo nella propria vita e nei propri pensieri, li ho vissuti solo con altri ragazzi, senza la guida o la mediazione di un insegnante. E questa è una mancanza che fa la differenza.

venerdì 7 marzo 2014

UNIVERSITÀ TEMPO PER MIGLIORARE: Il cammino del nostro ateneo

L’Università è un periodo unico e totalmente diverso da ciò che lo precede e ciò che lo segue: possiamo dire che sia una piccola vita separata. Studiare è un valore in sé: investire sulla formazione, sulla cultura, sulla ricerca, sull’istruzione, è una priorità per noi stessi e per il nostro Paese, soprattutto se si crede e si spera in un futuro sempre migliore.
Oggi viviamo una situazione difficile dal punto di vista economico, politico, sociale. Le parole “rischio”, “precariato”, “incertezza” sono le più diffuse: gli ultimi dati sui tassi di disoccupazione, in particolare nei giovani, mostrano come sia difficile poter immaginare un progetto di vita e di lavoro, e lo stesso vale per chi decide di investire e programmare il suo futuro studiando.

La scelta dell’Università è per tutti un crocevia, un passaggio fondamentale. È stato questo passaggio fondamentale della vita di molti che ha fatto di Urbino quel luogo speciale e ideale dove poter crescere e costruire il nostro futuro.
L’Università di Urbino è una delle più importanti e antiche d’Italia. Nasce nel 1506, e nell’anno del quinto centenario, nel 2006 inizia, il suo processo di statalizzazione, conclusosi nel Novembre 2012. La sua storia recente è strettamente correlata a Carlo Bo, critico letterario e Rettore di questo ateneo dal 1947 al 2001: non a caso, dal 2003, l’università porta il suo nome.
Nonostante tutte le difficoltà che incombono sull’ateneo, e sulle nostre famiglie alle prese con una crisi economica e sociale che si fa sempre più dilagante, il numero degli immatricolati è cresciuto: sicuramente non si è ancora tornati ai tempi d’oro, però, questo piccolo trend positivo, non può far altro che ben sperare per il futuro. 
Questo piccolo centro dell’Italia centrale, patria del Rinascimento, alle prese con mille difficoltà, è sempre vivo nello spirito: punto di forza è la sua grande capacità di accoglienza, che fa sì che nascano e crescano legami strettissimi fra le persone: il rapporto quasi familiare fra docenti e studenti, la tranquillità e la serenità della cittadina, sono alcuni dei motivi che portano tanti giovani a preferire questa cittadina ad altri grandi atenei. Si aggiungono, inoltre, l’elevata qualità della formazione; un diritto allo studio che, in qualche modo, nonostante le mille difficoltà figlie dei tagli regionali e nazionali al Diritto allo studio universitario, regge ancora; la vocazione della città campus (anche se siamo ancora lontani dall’essere un vero e proprio campus) e la presenza dei più grandi collegi universitari d’Italia. Questi, purtroppo, oggi vivono una situazione un po’ fatiscente, ma sembra essere vicina la soluzione con l’inizio dei lavori di ristrutturazione, sia dei collegi di proprietà della Regione (Collegio Tridente), sia degli altri collegi di proprietà dell’Ateneo, grazia all’accordo raggiunto, sotto la spinta degli studenti, tra ERSU e Università. Finalmente è stata anche garantita loro una totale copertura wi-fi, obiettivo adesso proiettato anche sul centro della cittadina. È in fase di avvio la sperimentazione di rapporti di collaborazione degli studenti in attività lavorative quali mense universitarie, lavori di piccola manutenzione all’interno dei collegi, altre forme di collaborazione, segnali che esiste una realtà positiva e propositiva nell’Ateneo.
Purtroppo, però, questo nuovo Anno Accademico, è iniziato con il cattivo risultato dell’ANVUR  (Agenzia nazionale di valutazione della ricerca universitaria), che per il periodo 2004-2010 ha visto il nostro Ateneo classificarsi ultima fra gli atenei di media dimensione. Questo rischia di portare tagli al FFO (Fondo di finanziamento ordinario), cioè quella parte di contributi che lo Stato fornisce agli atenei. Noi studenti abbiamo chiesto ed ottenuto, per l’anno 2014, che eventuali tagli ministeriali non toccassero ciò che ci riguarda da più vicino cioè i servizi la contribuzione, bensì che toccassero coloro che sono stati gli artefici di questo cattivo risultato, ossia quei docenti che non hanno effettuato ricerca, o ne hanno fatta poca, nell’arco temporale di riferimento.
L’anno che verrà sarà un anno decisivo per l’ Ateneo, perché toccherà eleggere il nuovo Rettore, il quale resterà in carica fino al 2020. Riteniamo sia doveroso scegliere una persona propositiva, concreta, che viva un forte rapporto con il territorio e sia capace di una prospettiva di sviluppo che abbia come punto di riferimento il bene degli studenti, inserendo l’Ateneo nei processi di internazionalizzazione e creando un filo diretto con le imprese, con il mondo del lavoro.


C.U.S.P.I.D.E

mercoledì 5 marzo 2014

UNIVERSITA' IN TEMPO DI CRISI: volgersi verso l'essenziale

Dal verbo greco krino, che significa “tagliare, separare”, il termine krisis ha ormai assunto nel linguaggio comune un significato distante da quello originario, secondo il quale esso designerebbe un tempo per discernere: per ritagliare, dunque, ciò che è essenziale da ciò che non lo è, quanto realizza i nostri desideri più profondi da quanto, al contrario, ci appesantisce mente e cuore e addirittura ci rallenta. La crisi, nel suo significato originale, costituirebbe non uno spauracchio da temere o un rischio da evitare, ma un’opportunità di saggiare le scelte fondamentali della nostra vita e di maturare nella direzione che a ciascuno di noi è propria. Nel suo discorso all’Università di Cagliari, il Santo Padre Francesco ha ricordato:


“L’Università come luogo del discernimento. E’ importante leggere la realtà, guardandola in faccia. Le letture ideologiche o parziali non servono, alimentano solamente l’illusione e la disillusione. […] L’Università come luogo di “sapienza” ha una funzione molto importante nel formare al discernimento per alimentare la speranza.”

L’università costituisce, cioè, il luogo privilegiato per apprendere quello sguardo critico che ci consente di setacciare la realtà e di riconoscere in essa, per ciascuno di noi, una strada.
Ma come possiamo discernere liberamente, quando veniamo continuamente bombardati da messaggi più o meno esplicitamente ideologici da parte della politica, dell’economia, persino della cultura? Il discernimento dello studente universitario passa anzitutto attraverso l’umiltà dell’ascolto, che significa rendersi accoglienti nei confronti di una parola che possiamo ricevere da qualcun altro – a volte anche molto distante nel tempo, se prendiamo gli autori di cui leggiamo le opere! L’università ci insegna, dunque, che per dare una risposta adeguata ai problemi della nostra epoca non basta fare, ma bisogna anzitutto imparare ad essere: l’università è, cioè, il luogo in cui fermarsi a pensare ed elaborare quelle idee e quei progetti che siano in grado di sorreggere le nostre azioni.
Ricerca e approfondimento, fatica della documentazione e della comprensione costituirebbero un prodotto sterile se si limitassero ad un banale accumulo di cognizioni: per essere sapienti, c’è anzitutto bisogno che la conoscenza abbia sapore! Si tratta di un surplus qualitativo, non quantitativo: esso si acquisisce in quelle relazioni interpersonali che ci consentono di condividere il sapere. Nell’università, ovvero, è possibile ricreare quello spazio di dialogo e di confronto per cui lo studio non è soltanto “un fatto mio”, ma matura e trova respiro attraverso il rapporto con altri. L’università non è nata per studiare da soli, ma in auspicio a una comunità scientifica che  – lungi dal sollevare ciascuno dalle proprie responsabilità personali – chiede lo sforzo di mettere il proprio sapere al servizio, secondo regole di rispetto e di solidarietà. La grande opportunità dello studio universitario è quella di godere di relazioni fraterne, all’interno delle quali crescere nella dimensione spirituale, personale e culturale.
Infine, la sintesi. Gli anni universitari sono quelli in cui siamo chiamati a fare memoria di ciò che siamo stati e a scegliere il futuro che saremo: in corrispondenza di questa saldatura, a noi spetta la fatica di tenere insieme i poli talvolta contraddittori delle nostre storie e dei nostri desideri e individuare attraverso di essi un cammino unitario che dia pace. Il senso delle cose, infatti, non si riduce all’aspetto particolare, ma sta nel modo in cui tanti aspetti sono sapientemente intrecciati: fare sintesi chiama ciascuno a posizionarsi in modo personale e responsabile nella realtà, per abitarla con consapevolezza. L’università, come tempo di discernimento attraverso i momenti dell’ascolto e della ricerca, del confronto, della sintesi si può fare luogo di bellezza e di felicità autentica, non soltanto nonostante la crisi, ma proprio attraverso di essa: da studenti, infatti, sta a noi cogliere questa opportunità per saggiare una scelta di vita e maturare nella direzione che più ci è propria.
Rita Pilotti

Presidente nazionale F.U.C.I.

lunedì 3 marzo 2014

KEEP CALM: BEATIFUL EXAM SESSION! Dieci buoni consigli per lo studente in crisi pre-esame.

Per lo studente in crisi che c'è dentro ognuno di noi sono ormai gli ultimi giorni di studio matto e disperato di questo periodo di esami. Un compito arduo rimanere concentrati fino alla fine e terminare, esultanti, la sudata sessione! Ma è possibile riuscire a vivere questi periodi di tensione  e stress con maggiore tranquillità ed ottimismo?

Ecco a voi dieci consigli, da studente a studente,  che potrebbero risultare utili per raggiungere tale obiettivo.

1.      SEGUIRE LE LEZIONI E PRENDERE APPUNTI
Può sembrare un consiglio banale, ma è proprio a lezione che si inizia a preparare l'esame! Ascoltare  il professore che spiega, appuntare i concetti salienti, lasciarsi incuriosire dal discorso e dalla materia è già un buon punto di partenza per affrontare in maniera ottimale lo studio.

2.      RAPPORTARSI CON IL PROFESSORE
Quanti di noi, magari intimoriti e intimiditi dal professore, pur avendo qualche dubbio o qualche quesito, non si avvicinano neanche a lui per chiedere chiarimenti? I professori sono lì per noi! Chi meglio di loro può aiutarci a chiarire dubbi e a organizzare le idee? Conoscere il professore e scambiare con lui qualche opinione può aiutare i più timidi a sentirsi a proprio agio al momento della verifica.

3.      RIVOLGERSI AD UN TUTOR
Il tutor è una figura importante all'interno delle università, ma spesso sottovalutata. Il suo aiuto, invece, può rivelarsi molto efficace nell'organizzazione della vita universitaria.

4.      PROGRAMMARE LA SESSIONE
Avere ben in mente le date degli esami, magari segnandole su un calendario, procurarsi tutto l'occorrente per lo studio (appunti, libri, programmi), decidere in maniera equilibrata quali esami sostenere considerando i tempi di preparazione e la difficoltà delle varie materie: è così che si  raggiunge l'obiettivo “superare l'esame”!

5.      SCOMPORRE L'ESAME
Una volta programmata la sessione si può iniziare a studiare! Prima, però, può essere utile suddividere la mole di studio in sezioni, in modo che vi sia durante lo studio un quadro completo del programma e degli argomenti da affrontare.

6.      GESTIRE SE STESSI
È ovvio che ognuno affronterà la sessione d'esami in  maniera differente. Ci sarà chi si farà pendere dall'ansia, chi la vivrà con ottimismo e positività, chi cercherà in tutti i modi di mantenere la calma, magari addirittura riuscendoci! È importante conoscere se stessi e i propri modi d'agire per riuscire, in maniera razionale, ad evitare comportamenti e stati d'animo che non risultano produttivi, bensì demotivanti.

7.      GESTIRE IL TEMPO
Durante la sessione d'esame il tempo sembra sempre troppo poco. In realtà, il più delle volte, è solo mal gestito. Può essere utile preparare delle tabelle in cui inserire tutti gli impegni della settimana per rendersi conto del tempo a disposizione per lo studio e per tutte le altre attività giornaliere, in modo da riuscire a impiegare produttivamente tutto il tempo di cui si dispone.

8.      CONFRONTARSI
Studiare in gruppo, vedersi per discutere di un certo argomento, ripetere in compagnia. Tutte ottime strategie per riuscire ad affrontare e superare con successo l'esame. Il confronto con gli altri può essere importante per integrare lo studio con nuove conoscenze e nuovi punti di vista.

9.      VALUTARE IL PROPRIO METODO DI STUDIO
L'esame è superato! Ma noi siamo realmente soddisfatti? Valutare il risultato di una verifica è utile a mettere in discussione il proprio metodo di studio ed eventualmente apportargli qualche modifica per renderlo più efficace.

10.  VITA!
Il periodo della sessione d'esami è un periodo della vita come tutti gli altri! Non è necessario chiudersi in casa o in biblioteca ed azzerare i contatti con il mondo. È importante continuare a svolgere tutte le normali attività, ritagliarsi un po' di tempo libero e rilassare per un po' la mente dal pensiero degli esami. Tutto ciò non può fare altro che aiutare a vivere questo periodo più serenamente.


Buono studio a tutti e... KEEP CALM!

EUROPA: CHE FAMIGLIA VUOI?

In occasione dell'Assemblea Regionale la F.U.C.I. delle Marche in collaborazione con gruppo F.U.C.I. di Ascoli Piceno, presenta la conferenza: EUROPA: CHE FAMIGLIA VUOI?



Al centro della nostra riflessione ci sarà la Famiglia, analizzando le dinamiche politiche e sociali che stanno prendendo piede in Europa e nel nostro Paese. Ma soprattutto cercheremo di capire il “perché” la famiglia, da fondamento della società, sia diventata oggi il bersaglio privilegiato di provvedimenti che mettono in seria discussione la sua tradizionale struttura e il suo ruolo sociale. Interverranno: avvocati Filippo Martini e Gian Paolo Babini, membri dell’Associazione “Giuristi per la Vita”.













L’appuntamento è fissato per Sabato 8 Marzo 2014, ad Ascoli Piceno presso il Centro di Aggregazione giovanile “L’impronta”, piazza Bonfine.

https://www.facebook.com/events/619581014761650/?notif_t=plan_user_invited