giovedì 2 gennaio 2014

Università …dimensione di vita bella?

Giovedì 28 novembre 2013, a Urbino, presso il Collegio Raffaello, si è svolto il primo seminario politico-sociale del ciclo “Dimensione uomo”, organizzato dal gruppo FUCI di Urbino Pier Giorgio Frassati”. Gli ospiti presenti - il prof. Mariano Pierantozzi, docente di matematica all'Università degli studi di Camerino, e la dottoressa Rita Pilotti, presidente nazionale della FUCI, laureata in filosofia presso l'università Roma 3 - hanno affrontato il tema “Università. Formare ed esprimere: ruoli e/o persone?”.

Nonostante il quadro negativo delle università italiane, ormai agli ultimi posti in Europa, il professor Pierantozzi ha cercato di riflettere su questo tema, partendo da domande stimolanti, e cariche di positività. Quale dovrebbe essere oggi l'obiettivo dell'università? Che tipo di preparazione deve fornire? È centro di circolazione della cultura? È in grado di generare talenti? Riesce a muovere verso il meglio? “Occorre, afferma il prof. Pierantozzi, riconsiderare l'uomo come centro e fine dell'istruzione, denominatore comune attorno al quale si sviluppa la dialettica tra le varie branche del sapere, che oggi, purtroppo, sono sempre più settoriali e parcellizzate, dimentiche della loro identità di provenienza. La didattica è sterile, fine a se stessa, snaturata da tecnicismi e specialismi. Siamo di fronte ad una mercificazione del sapere, ormai assoggettato alle logiche del mercato più che a servizio dell'uomo. Se lo studente non viene posto nelle condizioni di pensare e agire in modo critico nella società, interpretandone le sue dinamiche, l'istruzione, allora, non è altro che un mero riempire la mente di nozioni, regole e formule, capace di creare professionisti esperti, ma non persone adulte e consapevoli”.
Continua, poi, la dottoressa Pilotti: “Troppo spesso lo spazio universitario non è più vissuto come luogo di formazione integrale. Esso non può essere limitato allo studio e al frequentare le lezioni, deve essere vissuto come un’opportunità in cui si acquisiscono gli strumenti per vivere e per compiere con responsabilità le scelte quotidiane. Chiaramente nell'università non si va avanti solo con i desideri e con la curiosità, precisa Rita, ma essa è luogo di tensione tra pensiero e disciplina, momento di disillusione dove ci si scontra con i propri limiti, dove è chiesto fare anche cose che non piacciono, ma è da qui che bisogna ripartire per comprendersi sempre meglio”.

L'università, aggiunge Pierantozzi, è la fucina dei nostri sogni, delle nostre aspirazioni; luogo di incontro, confronto, relazione, luogo dove ognuno può far sbocciare il proprio talento e individuare la propria vocazione. Troppo spesso i metodi di insegnamento e di valutazione non lasciano spazio all'emergere della creatività e della passione che spinge alla ricerca, tutto è subordinato a fredde dinamiche da “esamificio”, a lezioni passive dove lo studente ha poca possibilità di dialogare ed esprimersi”.

L'Italia ha bisogno più che mai di giovani dotati di iniziativa, che non hanno rinunciato a pensare, a
porre domande, a studiare con il gusto di approfondire ogni settore della vita. L'università è la linfa
vitale della civiltà, trascurarla vuol dire rinunciare al futuro.

Alberto Lazzari

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