sabato 10 maggio 2014

Si può ancora dire “famiglia”?

Questa, reputo sia la domanda essenziale a cui rispondere, prima ancora di quella sul perché sia essenziale e fondamentale la famiglia oggi, più che in ogni altro tempo.
Viviamo in effetti, in un vero tempo di prova e quindi, di grazia. Un tempo in cui nemmeno il concetto di famiglia può dirsi scontato. Tanto che oramai si suole parlare di “famiglie”, non già in quanto ci si rivolga al plurale ad un gruppo di famiglie, quanto perché a livello di concezione, si pretende e si forza che possano esistere famiglie “normali” (ormai in disuso), famiglie di fatto (nella giurisprudenza dei tribunali è già un concetto assimilato da decenni), famiglie monogenitoriali, famiglie allargate (a seguito di divorzi, separazioni, nuovi matrimoni o unioni), per poi aprire un capitolo specifico sulle famiglie omosessuali con ogni possibile variante di specie e (soprattutto) “genere”.
Davvero ritengo che un ragazzo ed una ragazza che scelgano di sposarsi e di pronunciare un “sì definitivo”, tanto più se in Chiesa, siano oggi giorno personaggi epici, segno di tempi passati.
Nulla è infatti più scontato in un periodo in cui la famiglia sta subendo uno dei più feroci e diabolici attacchi che abbia mai conosciuto in millenni di storia dell’uomo.

Cos’è la famiglia? Dal punto di vista giuridico – costituzionale è l’unione stabile fra un uomo e una donna fondata sul matrimonio. Vero, nell’art. 29 della Costituzione non si parla espressamente di uomo – donna. Tuttavia la Costituzione fu concepita nel 1948 quando questo era l’unico tipo di unione praticato ed in cui il 98 per cento dei matrimoni era civile e canonico. Inoltre, il fatto che il matrimonio si fondi sull’”uguaglianza morale e materiale tra i coniugi”, implica che vi sia una diversità biologica di fondo (maschio/femmina) riconosciuta dal legislatore costituente e che necessiti di un bilanciamento, ergo, l’affermazione di un’uguaglianza sul piano del trattamento giuridico. Altrimenti la specificazione non sarebbe occorsa.
La famiglia è concepita in primis come un incontro tra due “io” che si uniscono in matrimonio divenendo unica carne. Da questo amore si genera vita. Si crea una fitta tela di rapporti importantissimi e delicatissimi. L’uomo. La donna. I figli, quanti più figli. Poi ci sono altri “soggetti” da curare e generare all’interno della famiglia, che definirò “rapporti”: il rapporto tra l’uomo e la donna. Il rapporto tra l’uomo ed ogni singolo figlio, inteso quale soggetto unico ed irripetibile. Il rapporto tra la donna ed ogni singolo figlio. Il rapporto tra ogni singolo figlio ed ogni singolo suo fratello o sorella. Il rapporto dell’uomo che guarda, osserva, impara, dal rapporto tra la femminilità della propria sposa ed i figli e tra i figli. Ed il rapporto della donna che assapora l’autorità e la mascolinità dell’uomo con ogni figlio e dei figli tra loro. Il rapporto dei figli, che osservano i genitori: li guardano amarsi, anche nella disperazione, anche nel litigio, e poi in quel continuo ricercarsi, riconciliarsi, inseguire il loro desiderio e la loro aspirazione Divina.
Questa è la famiglia, quanto di più Sacro esista, seconda solamente a Dio, al Cristo vivente, fatta anzi a sua immagine sponsale.
In questo territorio Sacro, nessuno, ripeto nessuno (tanto meno lo “Stato”) dovrebbe minimamente penetrare, se non in un solo modo: sostenendola, incentivandola e … pagando. Pagando, erogando somme, fondi, assegni per coloro che si cimentano in questa impresa finalizzata a portare l’immagine del Divino e dell’Eterno su questa terra. Sostenendola cioè, nella sua piena libertà e soprattutto nella sua potestà educativa.
Sappiamo che non è così. Sappiamo che tutto oggi, mina alla Sacralità della famiglia e vi è chi entra pesantemente in questa delicata trama di rapporti, letteralmente “sfasciandola”. E se di famiglie non se ne formano quasi più (sette, otto coppie su dieci ormai optano per la convivenza, giocando quindi “di rimessa”, donandosi il figlio quale completamento del gioiello di “amore” autogeneratosi, sino alla inevitabile crisi di rigetto), dicevo se di famiglie non se ne formano il motivo è da ricercarsi nel fatto che tutta la cultura lobbista, massonica, illuminista, liberista, marxista, femminista radicale da quasi un secolo ha lavorato al precipuo ed univoco scopo di destrutturarla e di decostruire l’antropologia umana e vi sta riuscendo. D’altronde, “divide et impera” è una tecnica socio politica sempre attuale. Più l’uomo è solo, instabile, apparentemente “libero ed autonomo” specie davanti alle scelte più difficili e determinanti per la sua vita, più è facile soggiogarlo. Lo sapevano bene gli stati dell’ex Unione Sovietica, che non a caso, posero le prime basi della legislazione “antifamiliare”: il codice civile sovietico del 1919 escludeva il carattere religioso del matrimonio; il codice sovietico della famiglia del 1926 riconosceva le unioni civili: la cultura doveva essere funzionalista: sgravare gli uomini e le donne dagli “impegni” della famiglia per soggiogarli agli “impegni” del lavoro e della rivoluzione Marxista.
Se anche solo cinque sei anni fa, avessi affermato che prima o poi si sarebbe promossa la pedofilia incestuosa tra genitori e figli ove i primi vengono incentivati ad accarezzare i secondi sin dalla tenera età di 4 – 5 anni e viceversa, procurandosi “piacere vicendevole”, sarei stato tacciato di pazzia e forse, anche ora che lo dico. Tuttavia, a cavallo del 2000 e sino al 2007 il BZgA (Bundeszentrale für gesundheitliche Aufklärung, ossia il Centro Federale per l’Educazione alla Salute tedesco) elaborava in Germania del libretti inneggianti a siffatte pratiche. Libretti poi, per fortuna, ritirati. Per la cronaca, e per comprendere come certi spettri ritornino più facilmente e velocemente di quanto ci si aspetti, il BZgA è il medesimo artefice dei famigerati "Standard per l'Educazione sessuale in Europa" elaborati in seno all'Ufficio Regionale per l'Europa dell'Oms (organizzazione mondiale per la salute). Sono quelli secondo cui i bambini andrebbero indottrinati alla masturbazione precoce dai 0 ai 4 anni e alla contraccezione, aborto e altre pratiche simili dai 4 ai 12.
Ai signori del BZgA e dell’Oms si è accodata l'Unar (ente Italiano istituito presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri) come un cagnolino elaborando i famigerati opuscoli tesi ad istituzionalizzare nelle scuole gli standard educativi basati su sesso (rectius, pornografia) gender theory e altre amenità simili.

Se questo accade, in Europa e dintorni dilagando anche in Italia, cosa sta accadendo oggi al nostro bel Paese?
Il giorno 9 aprile 2014 è stato ridefinito da più testate giornalistiche il “mercoledì nero” della famiglia e della vita (riporto alcuni spunti, in parte tratti da un articolo di “Alfredo Mantovano” su “La Nuova Bussola Quotidiana on line” del 10 aprile 2014 molto evocativi per comprendere a quale genere di attacco sia sottoposta la famiglia oggi, in Italia).
1.      Camera dei deputati. In Commissione Giustizia erano discussi, fra gli altri, due provvedimenti: a. la conversione del decreto-legge sulla droga, reso necessario dalla sentenza della Corte costituzionale che ha reintrodotto la distinzione fra droghe “leggere” e “pesanti”; b. un insieme di proposte di legge che puntano a restringere ulteriormente il tempo necessario per chiedere una sentenza di divorzio.
2.      Senato della Repubblica. In Commissione Giustizia si segnalano due provvedimenti: il disegno di legge, già approvato alla Camera, sull’omofobia, e quello sulle unioni civili, che ha accorpato le proposte sul matrimonio fra persone dello stesso sesso. Anch’essi hanno ripreso a marciare spediti: il primo, che vede il governo rappresentato dal sottosegretario Scalfarotto – mai era accaduto nella prassi parlamentare che il presentatore di una proposta di legge dapprima ne fosse relatore in un ramo del Parlamento e poi esprimesse di esso il parere dell’esecutivo nell’altro ramo –, con la bocciatura degli emendamenti di buon senso presentati da senatori di esperienza come Giovanardi, Bianconi e Malan, e con la possibile approvazione di emendamenti peggiorativi presentati da esponenti di Pd, Sel e M5S; il secondo, col deposito di un testo-base prossimo quanto a impostazione alla civil partnership: per avere un’idea della equiparazione sostanziale che tale testo opera con il matrimonio, basta pensare che ammette la disposizione di una quota corrispondente alla legittima nella successione ereditaria e, a determinate condizioni, la pensione di reversibilità.
3.      Corte Costituzionale. Proseguendo nell'mater semper certa est” è l’unico oggettivamente riconosciuto come certo)? Eppure, siamo di fronte al primo caso tipico (tutto Italiano, dove per giunta, e per fortuna, ancora una legge in merito manca) di “utero in affitto di fatto”. Davvero, parrebbe potersi affermare che si è giunti alle “comiche” se non fossimo innanzi a veri e propri drammi esistenziali e antropologici, i cui risvolti, li vedremo prestissimo, o al più tardi, non appena avremo generazioni intere di ventenni nati e cresciuti senza una origine. Vi saranno nel mondo “fratelli germani” (di stesso padre) o “uterini” di stessa madre che si conteranno a decine in quanto nati da donazioni spermatiche o di ovociti (ci sono già casi, documentati, di persone che sono divenuti padri per dono di gameti ben novanta – cento volte!). Fratelli che un domani, potrebbero inconsciamente incontrarsi, innamorarsi e generare altri figli (o feti malformati da abortire, per le possibili anomalie cromosomiche a cui andrebbero incontro i figli di due fratelli che si congiungano).
opera di demolizione della legge 40 in materia di procreazione assistita, la Consulta abbatte un altro paletto fondante, ossia il divieto di fecondazione eterologa. D’ora innanzi, oltre a potere crioconservare e selezionare eugeneticamente gli embrioni, i nuovi Dei – scienziati potranno anche utilizzare “gameti” esterni alla coppia, per produrre embrioni. Cosicché, se Tizio e Caia sono coniugati o conviventi, ma Tizio non produce spermatozoi, potrà provvedere il terzo estraneo Mevio a fornirli e così creare un essere umano, il cui padre biologico non è Tizio ossia il marito di Caia, ma un altro soggetto. Una grande conquista, secondo alcuni. Tutto bene, potrebbero dire i più ostili di “comprendonio”, sino a che non si verifica un caso come quello dell’ospedale Pertini in cui ad una mamma sono stati impiantati per sbaglio, embrioni di un’altra mamma. Quindi, Tizia, porta in grembo il figlio di Caia. O no? Perché (pare) secondo la legge 40/2004 il figlio è figlio di chi porta avanti ed a termine la gravidanza. Ma questo, anche se l’impianto embrionale è frutto di errore? E quindi chi è davvero madre? Davvero si può chiudere la porta in faccia alla madre biologica, rispetto a quella gestante, la quale, addirittura, potrebbe avere il diritto di invocare la famigerata legge 194 (aborto) in caso di rilievo di piccole malformazioni al feto? Davvero la madre biologica, non avrebbe alcuna voce in capitolo? E il padre (che pure in tal caso, e per la prima volta, in contrasto con il noto brocardo “
Di fronte a questo panorama, un giovane guarda, osserva e si chiede: perché dovrei sposarmi e assumermi un impegno verso una società che (da sposato) non mi sostiene e (da genitore) non mi consente di educare liberamente i miei figli?
Non voglio dare una risposta a questa domanda, vorrei che essa rimanesse aperta e divenisse spunto di profonda riflessione per chi leggerà questo modesto, forse triste articolo, ma scritto da un marito e genitore che non si vuole arrendere e vuole continuare a testimoniare la bellezza della verità e lo splendore di quel “Centuplo” che Cristo ci sta già regalando, pur nel mezzo di questo mare in tempesta: non siamo soli, siamo nati siamo stati amati dal primo istante e non moriremo mai più.

Avv. Filippo Martini
(Giuristi per la Vita – Imola)

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