domenica 11 maggio 2014

La Famiglia in Europa: un bene prezioso

“La famiglia è la ricchezza d’Europa”: così recita il motto della Federazione europea delle Associazioni Familiari Cattoliche (FAFCE), la più grande organizzazione impegnata nella difesa della “famiglia” in Europa.
Ma perché la famiglia ha bisogno di essere difesa in Europa? La Convenzione europea dei diritti dell’uomo, documento di capitale importanza e di riferimento per tutte le corti del nostro continente, afferma chiaramente: “A partire dall’età minima per contrarre matrimonio, l’uomo e la donna hanno il diritto di sposarsi e di fondare una famiglia secondo le leggi nazionali che regolano l’esercizio di tale diritto” (Art. 12, Diritto al matrimonio). Eppure, gli attacchi a questa concezione basilare della famiglia si fanno sempre più numerosi e persistenti. Essi si sviluppano su due livelli: uno è culturale, ed ha le sue radici profonde in varie ideologie. L’altro è invece giuridico: esso è più recente ed ha effetti più immediati. Usando una metafora possiamo dire che gli attacchi culturali corrispondono a dei veleni che agiscono lentamente, avvelenando l’acqua per uccidere i pesci. Al contrario gli attacchi giuridici sono più rapidi e puntano ad uccidere direttamente i pesci. Mettiamo al posto dell’acqua la società e al posto dei pesci la famiglia e tutto è più chiaro: è in atto un attacco su più fronti che impone uno stato di allerta costante. Per giunta, bisogna dire che la politica rappresenta un livello trasversale, che nasce dal culturale ed incide sul giuridico: se pensiamo alla desolazione che tanto spesso la vita politica porta negli animi di buona volontà del nostro continente e lo stato attuale di sfiducia, possiamo immaginare come tutto questo finisca per influire negativamente sulla famiglia in Europa.
Per evitare di decollare verso discorsi troppo astratti, facciamo degli esempi concreti. Quanto spesso si vedevano serie televisive con coppie omosessuali? Bisogna dire che il numero di personaggi omosessuali nei film e in TV è andato sempre aumentando negli ultimi anni (si pensi a serie come Un medico in famiglia, ad esempio). Come se in ogni nucleo familiare reale dovessero esserci delle coppie omosessuali... Tanto che non si può non pensare a quanto i registi e i produttori TV siano lontani dalla realtà. Eppure... Con questo vedere in continuazione certe scene e certe storie in TV, la società finisce per acquisire queste idee come normali, ovvero come socialmente accettabili. Di qui, il passo è breve per arrivare alla richiesta di protezione giuridica (si veda la proposta di legge Scalfarotto sull’omofobia ora in discussione al Parlamento), alla ricerca di speciali diritti giuridici (si vedano i progetti di legge in favore delle cosiddette unioni civili nel programma dell’attuale premier Renzi), fino ad arrivare alla rivendicazione dello status del matrimonio per le coppie dello stesso sesso (come già avviene in otto paesi dell’Unione europea). Ecco come gli attacchi di tipo culturale (un semplice cambiamento in una serie televisiva) avvelenano lentamente l’acqua per uccidere il pesce. Sì, perché in tutto questo, a dispetto dei reali e profondi desideri radicati in tanti giovani, il matrimonio diventa un ideale irraggiungibile, quasi d’altri tempi. E la famiglia, così come descritta nella Convenzione europea dei diritti dell’uomo, è denigrata, non solo culturalmente, ma anche economicamente.
Gli attacchi giuridici, invece, sono forse più palesi, anche se i media tendono a presentarli come avanzate, salti in avanti, che la politica da sola non sarebbe mai capace di fare. È il caso ad esempio della recente decisione del Tribunale di Grosseto «di trascrivere nei registri di stato civile il matrimonio» fra due uomini, italiani, celebrato con rito civile nel dicembre 2012 a New York. Come ha affermato Giuliano Amato sulla Nuova Bussola Quotidiana, “i giudici non hanno voluto soltanto sostituirsi al legislatore, ma hanno persino ritenuto di poter modificare la lingua italiana piegandola alla logica delle proprie convinzioni” (11 aprile 2014). A febbraio, invece, a Strasburgo, 9 coppie omosessuali hanno fatto ricorso alla Corte europea dei diritti dell’uomo contro lo Stato italiano, che non garantirebbe loro gli stessi diritti di coppie eterosessuali sposate. Sarà interessante vedere cosa risponderà questa Corte, che è la stessa preposta a vegliare sul rispetto e sull’interpretazione della Convenzione europea dei diritti dell’uomo, la quale, come abbiamo visto, afferma chiaramente che il matrimonio è l’unione tra un uomo ed una donna. In ogni caso, gli attacchi giuridici rischiano di essere letali alla famiglia in Europa. In cerca di futuro, il nostro continente ha un bisogno urgente di uomini e donne che testimonino la bellezza del matrimonio.
Nicola Speranza


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