Giovedì 14 Novembre si è svolto
il primo di sei incontri, dedicati al percorso tematico di questo anno del
gruppo FUCI di Urbino: “una vita in… 3B: Bella Buona Beata”. Ascoltare,
meditare e accogliere: questo è ciò che i fucini hanno sperimentato e
continueranno a sperimentare negli appuntamenti del secondo giovedì di ogni
mese. Ascoltare parole piene di vita, guidati dalla luce del Vangelo; meditare
quanto ascoltato, sperimentando nella condivisione la gioia di camminare
insieme; accogliere l’esperienza fatta come proposta di vita quotidiana. Il prof.
Marco Cangiotti, Coordinatore della Scuola di Scienze Politiche, ha introdotto
i tanti giovani presenti al primo incontro della tappa dedicata alla Vita
Bella, dando un’inquadratura esistenziale del tema, e accompagnandoli a
riconoscere nella propria esperienza il vero volto della Bellezza. “Che Cos’è per te la Bellezza?”: partendo
da questa domanda ciascuno ha sperimentato l’evoluzione della propria risposta,
attraverso il percorso, ricco di stimoli e spunti di riflessione, in cui il prof.
Cangiotti lo ha condotto. La Bellezza, non si identifica come esperienza
esclusiva del mondo della sensibilità, legata all’astratto sentimentalismo, ma piuttosto
come un richiamo per la ragione ad aprirsi alla conoscenza. Oltre alla
conoscenza che parla della realtà e a cui siamo istruiti, esiste un altro tipo
di conoscenza, che passa attraverso l’esperienza e implica un contatto con la
realtà: a questo tipo di conoscenza la Bellezza ci introduce colpendoci, per diventare,
poi, lo strumento che apre gli occhi dell’uomo alla verità della realtà. Come
si fa ad incontrare la Bellezza? Una vera provocazione a cui il prof. Cangiotti
non ha fatto mancare risposta: “occorre
la capacità di vedere, occorre essere capaci di uno sguardo”. È proprio lo
sguardo ciò che permette di oltrepassare i confini tra soggetto e oggetto: il
vivere diventa, quindi, un intreccio tra noi e la realtà che ci circonda. Questa
è la dinamicità del fare esperienza della Bellezza: un movimento reciproco del
soggetto che incontra e dell’oggetto che si avvicina lasciandosi incontrare,
un’apertura sulla realtà che conduce alla vera conoscenza. Eppure, la Bellezza,
non solo illumina, ma anche nasconde, e qui sta il suo vero miracolo: nel
frammento limitato di realtà che lascia trasparire la Bellezza c’è il Tutto, un
continuo rimando all’infinito. Si scopre, che oltre
quello che si può fruire c’è qualcosa di ulteriore, che si può chiamare
Mistero: una sorta di “liturgia del cosmo”
che brilla della luce di Colui che l’ha creata. Eppure la bellezza del creato
non basta al “lato oscuro del cuore
dell’uomo”, perché tante sono le dissonanze che quotidianamente l’uomo
sperimenta, a causa della costante presenza del Male che nasconde con un velo
la Bellezza. “Dio è consapevole di queste
contraddizioni”, dice il prof. Cangiotti, “e per questo ha prodotto una sovrabbondanza di rivelazioni di
Bellezza, in ultimo il viaggio del Figlio attraverso la terra”. È proprio
il linguaggio della croce che ha fatto assumere all’esperienza del bello un
nuovo realismo che include l’accettazione del dolore. Un volto sfigurato è
quello di Gesù: “Non ha apparenza né bellezza
per attirare i nostri sguardi, non splendore per provare in lui diletto”
(Is 53, 2), ma attraverso di esso appare l’estrema Bellezza, quella dell’Amore.
La Bellezza, in ultima istanza dunque, si manifesta come l’estremo Amore di Dio
che non termina nella croce: la resurrezione è il luogo della bellezza non più
corruttibile, che riporta ordine e pace là dove sembra trionfare il caos. Il
primo incontro si è concluso dando alla Bellezza il volto concreto della
Verità, e lasciando ai giovani presenti il desiderio e la grande sfida di
andare a fondo nel cammino intrapreso e di portare nella propria vita
l’esperienza fatta.
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