sabato 23 marzo 2013

Ora più che mai… Successore di Pietro


A cura di A. Colucci

Non ho più le forze, lo faccio per il bene della Chiesa. Vivrò una vita di preghiera”.
Sono queste le parole pronunciate da Benedetto XVI come motivo della sua abdicazione.
Ci si trova di fronte ad una situazione che il mondo Cristiano, laico e religioso, non pensava di vivere in un tempo già segnato da profonde difficoltà.
Sono stati sette i papi che, per diversi motivi, hanno rinunciato al ministero petrino.
L’ultima rinuncia, quella di Gregorio XII, risale a più di cinquecento anni fa, periodo dello scisma d’Occidente. In questa occasione, e per queste eventualità, ad opera del successore Martino V, fu coniato il titolo di “Pontefice emerito”, titolo oggi attribuito anche a Papa Benedetto.
La decisione attuale, pur avendo suscitato scalpore tra fedeli e non, fa emergere, al di là dell’atto stesso, un atteggiamento di grande coraggio e di profonda umiltà.
Il “passare le redini” ad un altro uomo è segno evidente di modernità, e mostra che Benedetto XVI non aveva a cuore il potere che esercitava, ma la Chiesa tutta, e che il titolo di cui era investito, quello di vicario di Cristo in terra, era vissuto principalmente come  un servizio.
Fin dalla sua elezione, il pontefice emerito Benedetto XVI era stato etichettato come “un uomo dotato di grande testa e di pochi gesti”.
Eppure quest’ultimi, fondati sulla teologia ed espressi grazie ad una profonda conoscenza di essa divenuta ormai dottrina di vita, si sono rivelati i più significativi del suo pontificato.
Cosi, infatti, testimoniano le parole scritte da Enzo Bianchi per spiegare tutto questo:
“Si diceva che questo Papa ha grandi parole ed è incapace di gesti: il più bel gesto ce lo lascia ora, come Pietro che, ormai anziano, dice il Nuovo Testamento, se ne andò verso un altro luogo continuando però a seguire il Signore. Benedetto XVI appare successore di Pietro più che mai, anche nel suo esodo.”
Al di là di ogni ipotesi circa i motivi della sua rinuncia, siano essi nei problemi che il Vaticano ha vissuto fino allo scorso 2012, o  nel suo corpo affaticato e anziano, o in una congiuntura poco fortunata delle due cose, a noi fedeli, e all’umanità tutta, non resta che pregare per lui e stringerlo  in un grande abbraccio dei cuori, per rendere grazie del grande cuore messo a nostro servizio, e per essere vicini nell’opera che ora più che mai, ritirandosi in preghiera egli farà per noi. Senza dubbio viviamo un periodo di Grazia profonda per tutti e più che mai per il prossimo successore.

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